Sia FCA che PSA si sono rivolte alle rispettive banche di riferimento per garantire la liquidità necessaria per quella che ormai sembrava la fusione di brand automobilistici tra le più importanti di sempre. Voci di corridoio ci avrebbero confermato tra l’altro che Fiat starebbe prendendo in considerazione anche le garanzie sul debito che il Governo Conte ha approvato lo scorso lunedì a sostegno delle aziende italiane.
FCA, come è noto – ha la sede legale in Olanda, ma gestisce molte linee di produzione in Italia, e potrebbe quindi avere le carte in regola per far parte del programma governativo che offre liquidità e prestiti bancari per oltre 400 miliardi di Euro a tutte le aziende danneggiate dalla pandemia. Ma, aggiungiamo noi: a tal riguardo nessuna decisione sarebbe ancora stata presa.
Lo scorso dicembre, PSA e FCA avevano firmato un protocollo d’intesa che avrebbe dato vita al quarto costruttore automobilistico mondiale, con gli azionisti di ciascun gruppo che avrebbero comunque mantenuto il 50% della nuova entità. La crisi scatenata dal virus ha però di fatto cancellato la domanda di nuovi veicoli sul mercato e interrotto non solo le linee di montaggio, ma anche le catene di approvvigionamento. Situazione che come è noto ha spinto molti brand automobilistici a fermare temporaneamente la maggior parte della produzione.
Alla fine di marzo, FCA ha garantito una linea di credito del valore di 3,5 miliardi di Euro con un termine iniziale di un anno prorogabile di sei mesi. Da aggiungere alle attuali ed esistenti linee di credito di 7,7 miliardi di euro. Tuttavia, FCA dovrebbe tagliare il suo dividendo ordinario se deciderà di sfruttare gli aiuti governativi. Infatti, il decreto di emergenza racconta che le società che desiderano richiedere “prestiti garantiti” dall’Italia devono astenersi dall’approvazione del pagamento dei dividendi per un anno. La decisione di FCA di posticipare l’assemblea degli azionisti a fine giugno, è stata quindi interpretata dagli analisti con l’ipotesi che il dividendo ordinario del valore di 1,1 miliardi di Euro possa essere annullato o rinviato.
Anche l’assemblea degli azionisti di PSA è stata rinviata al 25 giugno così come anche il Gruppo francese, al pari di FCA – stava per mettere sul piatto un dividendo di un altro 1,1 miliardi di Euro. Fonti vicine all’azienda francese hanno però fatto trapelare che non ci sarebbe l’intenzione da parte di PSA di attingere a finanziamenti pubblici.
Dividendo in discussione
Per la cronaca, il prezzo delle azioni FCA è diminuito di circa il 45% dalla fine di febbraio, cioè da quando il Covid-19 ha iniziato a diffondersi nel nord Italia. Lo stock di PSA ha invece perso il 32% del proprio valore.
Nell’ambito dell’accordo di fusione, FCA è destinata a pagare un dividendo speciale di 5,5 miliardi di euro ai propri investitori. I banchieri e gli analisti hanno però messo in dubbio la capacità di FCA di pagare una cifra del genere in un momento come quello attuale, in cui le aziende stanno cercando di risparmiare più denaro possibile.
Un’altra fonte vicina all’accordo tra i due colossi automobilistici, ha confessato come entrambe le parti avrebbero dovuto rinegoziare i termini della fusione, a fronte di un evolversi della situazione sanitaria (e di conseguenza economica) in continuo divenire.
Del resto quasi tutti gli analisti sono concordi sul fatto che la fusione tra i due brand sia la chiave della competitività a lungo termine di entrambe le aziende. Ma che altrettanto logico e prevedibile sarebbe quello di prevedere qualche logico e inevitabile correzione. Il dividendo speciale dovrebbe essere pagato all’inizio del 2021, poco prima della chiusura dell’accordo.